10 gennaio 2007

Commenti e risposte

Voglio rispondere ad un commento lasciato da Cinzia di 5D, perché non le ho risposto in classe martedì scorso.
E' vero, non parleremo di filosofie orientali in classe.
Puoi occuparti però del rapporto tra oriente e occidente a partire da Schopenhauer. ù
Potresti poi occuparti dell'estetica nella tradizione orientale, leggendo questo testo di Giangiorgio Pasqualotto, Estetica del vuoto. Arte e meditazione nelle culture d'Oriente, Marsilio, Padova, 2002, pp. 160 Pasqualotto L'Estetica del Vuoto.

Di cosa parla il libro? Ecco una breve descrizione, tratta dalla sezione di estetica del sito della Swif (http://lgxserver.uniba.it/lei/estetica/libri.htm)


L'Occidente rimane spesso sconcertato di fronte alle forme prodotte dalle arti tradizionali di Cina e Giappone. La ricerca di Giangiorgio Pasqualotto intende superare questa sorta di smarrimento delineando l'esperienza del vuoto come fonte primaria di alcune fondamentali forme d'arte che hanno reso celebri e del tutto originali quelle tradizioni: la cerimonia del tè ('chanoyu'), la pittura ad inchiostro ('sumie'), la poesia 'haiku', l''ikebana', l'arte dei giardini secchi ('karesansui'), il teatro 'no'. Andando alle radici dell'esperienza del vuoto si scopre che essa emerge, ancor prima che da riflessioni teoriche, da una 'pratica di meditazione' - esercitata soprattutto nei modi indicati dal Taoismo e dal Buddhismo Zen - che può realizzare condizioni di vuoto produttivo nella mente, nel cuore e nel corpo non solo dell'artista, ma anche di chi ne gusta le opere. Questa ricerca, pertanto, affronta l'esperienza del vuoto attiva alle radici di alcune arti d'Oriente sia indagando i principali testi taoisti e buddhisti ad essa dedicati, sia, soprattutto, sviluppando alcune riflessioni originate dal contatto con Maestri (e Maestre) che dall'esperienza del vuoto hanno tratto vitali forme d'arte.

Comunque ne riparliamo in classe.
Per la presentazione di Bergson non ti preoccupare: sarò molto comprensivo.

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